MESOLA – Il consigliere di opposizione, Luciano Tancini, della lista “Cambiamento e crescita” ha recentemente rivolto un’interpellanza al sindaco, Gianni Padovani, relativamente alle piste ciclabili presenti sul territorio. “Il territorio comunale di Mesola – scrive Tancini – presenta diversi cartelloni stradali indicanti due distinti tracciati ciclabili: uno in direzione di Venezia e l’altro in direzione di Ravenna. Analoga indicazione compare nel territorio di Codigoro ed in quello di Comacchio. Peccato, però, che non vi sia alcuna pista ciclabile, bensì le solite antiche strade, percorse da veicoli di ogni genere, con intenso traffico in alta stagione turistica, scarsamente manutenzionate e con ponti le cui protezioni non garantiscono alcuna sicurezza, come quello posto sulla idrovora in via Vecchia Corriera in prossimità di Volano nel comune di Codigoro. Eppure dalle etichette apposte si legge “Slow Tourism – Valorizzazione e promozione di itinerari turistici slow tra Italia e la Slovenia”.
“Il fatto più sorprendente – prosegue il documento di Tancini – è che in Slovenia analoga cartellonistica sia collocata invece in prossimità delle piste ciclabili. E’ anche evidente che questi itinerari turistici sono stati individuati con la Provincia di Ferrara, che ha provveduto alla installazione utilizzando fondi europei. Visto che recentemente un un cicloturista, precisamente un parroco che percorreva in gruppo le nostre strade, ha perso la vita, esattamente in via Acciaioli, chiedo: quale margine di sicurezza garantiamo ai cicloturisti che frequentano il nostro territorio? Se la questione, dopo l’ultimo incidente mortale, e non è l’unico accaduto nel corso dell’ultimo decennio, sia stata affrontata dalla assemblea dei sindaci, o almeno nell’Unione dei comuni? Quali iniziative intende prendere l’Amministrazione Comunale per garantire l’incolumità dei turisti, che in bicicletta scelgono di visitare i nostri luoghi. Se ritiene di adottare un programma per realizzare vere piste ciclabili, superando gli attuali percorsi promiscui?”.
Lorenzo Gatti