Trenta anni per il nido di Bosco

Concluse le iniziative per il trentennale della struttura - 6 June 2013

BOSCO – Recentemente, con il quinto incontro, si è chiuso il ciclo di iniziative che hanno celebrato il trentennale del nido “Gabriella” di Bosco. Con i genitori, l’assessore comunale ai servizi sociali Gianni Padovani, la coordinatrice dell’equipe educativa comunale Alessandra Ruffoni, quella della cooperativa “Girogirotondo”, Agnese Malpeli, e le insegnanti hanno parlato intorno al tema “Fiocco rosa, fiocco azzurro e poi…Differenze di genere”. La dottoressa Ruffoni, psicologa, ha affermato che esistono diversi aspetti delle diversità di genere e ha parlato dell’orientamento delle tendenze sessuali dei bambini da parte dei genitori.Le differenze di genere sono date da due elementi, aspetto fisico e funzionamento cerebrale, e si tramandano da secoli. La donna oggi è ancora relegata ad un ruolo d’inferiorità anche se negli ultimi anni, con l’emancipazione, si è conquistata spazi diversi. Quando nasce, un bambino non è consapevole del proprio sesso e lo rimane fino all’anno e mezzo; fino ai tre anni poi i bimbi non hanno preferenze nè sui giocattoli nè sui compagni di gioco ed è così fino ai sei anni. Poi genitori e società impongono dei ruoli che, per la Ruffoni, gradualmente si sono modificati; oggi più padri portano, ad esempio, i figli al nido, ma alcuni ruoli restano fissi; si chiede ai ragazzi identificazioni sessuali più rigide. Le possibilità di ampiezza sono ristrette nei ruoli di genere e molta parte degli aspetti educativi passa ancora attraverso di essi, lo strumento principale della donna resta ancora quello corporeo. Le differenze fanno parte della nostra società e della unicità di ognuno di noi, per questo bisogna accettarle. La genitorialità è distinta dalla famiglia: non è automatico che essere una buona famiglia significhi essere anche dei bravi genitori, la genitorialità inizia quando un bambino nasce e diventerà a sua volta un bravo genitore in base a come è stato accudito dalle due figure di riferimento: la madre e, qualche mese dopo, il padre. Il primo passo, ha concluso la Ruffoni, per superare i nostri pregiudizi è riconoscerli. Le maestre ed i genitori hanno poi descritto alcune loro esperienze. La dottoressa Malpeli, psicologa, ha infine riassunto alcune conclusioni sugli incontri avvenuti al nido e sulle esperienze emerse.


Lorenzo Gatti


CLICCA QUI per Condividere l'articolo su Facebook. Ci aiuterai a migliorare

condividi incontri su twitter CLICCA QUI per Condividere l'articolo su Twitter. Per darvi un servizio migliore.


© copyright 2012-2017, Il Mesolano