BOSCO MESOLA – Pare essere scongiurata la vicenda relativa alla ventilata vendita dell’Oasi Park 2 ad un gruppo evangelico di etnia Sinti che aveva acceso le proteste della popolazione locale e causato la settimana scorsa una camminata alla quale hanno preso parte alcune centinaia di persone. Poi nei giorni seguenti c’è stata la missione ligure da parte del sindaco di Mesola, Lorenzo Marchesini, dell’assessore ai servizi sociali, Gianni Padovani, e del capogruppo di opposizione, Luca Bernardi, per parlare con il proprietario dell’area, un imprenditore ligure che vanta una medesima struttura denominata Oasi Park 1 a Diano Marina, che, per l’area sita sulla provinciale Cristina, è in società con un imprenditore locale.La vicenda è venuta a galla quasi per caso scatenando un coro di proteste culminate nella camminata che ha fatto seguito ad una riunione della Consulta, martedì scorso, molto partecipata, a cui è anche seguito un volantinaggio tra le attività economiche di Bosco e di Goro. Giovedì il comitato ha incontrato il socio mesolano per cercare di capire cosa stesse accadendo ed egli avrebbe confermato l’esistenza di una trattativa per la vendita del terreno, 12 mila metri quadrati, a questo gruppo; all’incontro era presente anche un responsabile del gruppo evangelico che ha già campi del genere nel Vicentino e nel Piacentino. Queste le parole del capogruppo di opposizione in Comune Luca Bernardi rilasciate alla Nuova Ferrara: «L’imprenditore ligure ci ha esposto la situazione ottenendo la promessa che la vendita sarà bloccata. Abbiamo detto che ci impegneremo nel trovare imprenditori interessati al sito per poterlo inserire in un circuito più ampio. Si può anche pensare alla creazione di un Consorzio. Il sindaco e l’assessore Padovani hanno dichiarato che l’amministrazione si impegnerà per organizzare qualche serata di intrattenimento all’Oasi Park. Saranno presentate alcune proposte alla proprietà , ma direi che la questione è chiusa».
Lorenzo Gatti
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