MESOLA – Nella complessa vicenda giudiziaria della centrale di Porto Tolle, rientra anche la richiesta di rinvio a giudizio, presentata nello scorso mese di giugno dal pm di Rovigo Manuela Fasolato, per il presunto abuso d’ufficio commesso dalle Commissioni Via Regionale e Ministeriale nell’approvazione del progetto di riconversione a carbone dell’impianto polesano. La richiesta è stata poi archiviata dal gip Carlo Negri che, in dieci pagine, ha argomentato in modo articolato la sua decisione. A dispetto delle conclusioni assolutorie contenute nel decreto di archiviazione nei confronti dei commissari che nel 2009 diedero il loro benestare alla riconversione a carbone, il gip sostiene che “appare inverosimile che i commissari indagati abbiano espresso i loro pareri nella reale convinzione della correttezza del loro agire” ma aggiunge che ciò “non basta a rendere sostenibile l’accusa di abuso d’ufficio”.
Erano indagati per abuso in atti d’ufficio dieci pubblici ufficiali, tre componenti della Commissione Via Regionale e sette di quella Nazionale, in concorso con gli ad di Enel, Conti, e di Enel Produzione, Arrighi.
I pareri favorevoli alla trasformazione dell’impianto espressi dai commissari regionali e ministeriali furono impugnati davanti al Tar del Lazio, che nel 2010 diede torto ai ricorrenti, ma fu poi smentito a sua volta da Corte Costituzionale e Consiglio di Stato. Per Negri queste divergenze di giudizio confermano “in qualche misura i dubbi relativi alla sussitenza dell’elemento psicologico del dolo intenzionale nell’abuso d’ufficio”.
Relativamente all’altra accusa, quella di omessa cautela riguardo agli infortuni sul lavoro, il giudice ha prefigurato un pericolo possibile ma il codice prevede che debba essere concreto.
Prossima tappa giudiziaria, dell’altro filone della stessa inchiesta, il 6 giugno quando si svolgerà la seconda udienza del processo incentrato sul mancato adeguamento della centrale ai parametri ambientali entro i 18 mesi previsti dalla legge che nel 1987 istituì il Parco del Delta veneto.
Lorenzo Gatti
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