I “dimenticati” di Via Belmonte

Rabbia dei residenti per le condizioni della strada - 1 March 2019

BOSCO – Sono esasperati e non ci stanno a fare “le montagne russe” ogni volta che devono percorrere la strada, Via Belmonte, che li porta verso gli abitati di Bosco e di Mesola. Si, sono arrabbiati i residenti della località Alberazzo, che insiste su questa direttrice, e si sentono dimenticati dall’Amministrazione Comunale. Beniamino Barbieri, che collabora nel bar di famiglia, l’unico della borgata, Daniele Biolcati, Fabrizio Fabbri e Lorenzo Scarpa, che gestisce una macelleria su questa via, sono “i portavoce” di circa un centinaio di residenti, “sospesi” tra gli abitati di Bosco e di Mesola, in una “terra che sembra di nessuno”. Circa 3,5 km di “ottovolante”, di cui 1,6 tra Bosco e Alberazzo, ed 1,9 tra la stessa località e Torre Abate. Paesaggisticamente è splendida Via Belmonte, attorniata sui due lati da pini domestici, ma dannatamente scomoda per i numerosi sollevamenti dell’asfalto provocati dalle radici delle piante. E’ praticamente tutto un “saliscendi”. “Siamo stanchi di questa situazione – dice Barbieri – che taglino i pini o effettuino interventi perchè vogliamo circolare decorosamente. Bisogna transitare pericolosamente al centro di una strada già stretta; due auto contemporaneamente faticano, poi se un’automobile incrocia un camion o un trattore, uno dei due mezzi si deve fermare”. “Ci sono delle attività commerciali su questa strada che congiunge due frazioni – aggiunge Biolcati – che sono penalizzate; pensiamo poi ai numerosi lavoratori della vicina CASA Mesola (una cooperativa agricola, ndr) che vi transitano quattro volte al giorno, ed ai residenti. Non è questo il modo di tenere una strada, tutti si lamentano. Se vogliono mantenere i pini che facciano una strada parallela”. “A volte cadono i rami in mezzo alla carreggiata o penzolano dagli alberi e la circolazione è pericolosamente limitata o addirittura interdetta; – dichiara Fabbri – io stesso alcuni anni fa chiamai una domenica i pompieri per liberare la via”. E di notte è ancora peggio. “Già i bordi della strada sono poco visibili per l’erba, le foglie ed il terriccio data la scarsa manutenzione e non c’è banchina, – aggiunge Scarpa – figuriamoci con minore visibilità, è impercorribile. Alcune volte intervengono i privati di loro iniziativa per pulirla. E pensiamo alle persone anziane che la percorrono”. Inevitabilmente la memoria corre ad alcuni incidenti avvenuti su questa direttrice. “Nel 1997 un ragazzo morì in un incidente motociclistico – ricorda Barbieri – poi alcuni anni dopo un automobilista ed infine, nell’agosto del 2015, un ciclista, proveniente da Via Fondo, cadde, fu trasportato all’ospedale e si salvò”. Impressionante anche ciò che è avvenuto la scorsa estate quando un agricoltore fu investito dalle schegge di vetro della cabina del proprio trattore frantumate dalle fronde degli alberi e dagli sbalzi del mezzo e dovette ricorrere alle cure mediche. Per non parlare dei danni ai teloni dei camion provocati dalle frasche degli alberi. C’è chi poi, come lo stesso Scarpa, ha dovuto cambiare vari pezzi meccanici della propria auto per le sollecitazioni provocate dal manto stradale. Tutti sono favorevoli all’abbattimento delle piante. “Rifare l’asfalto e ritrovarsi ancora così fra pochi anni – afferma Barbieri – sarebbero soldi sprecati”. E minacciano “la secessione dell’Alberazzo”:”Se la situazione resterà questa – afferma Biolcati – non parteciperemo alle prossime amministrative di primavera. Clienti e turisti si lamentano. E’ così che si promuove il territorio? Ci sono anche delle attività economiche che ne risentono. Chiediamo la decenza, non l’eccellenza”. Poi il rischio di essere “tagliati fuori”. Lo spiega Fabbri:”Ormai i Tir che lavorano con CASA Mesola ed alcuni clienti – racconta – utilizzano altre strade, come Via Forconcelli e Via Panfiglia, pur allungando il percorso, e questa strada viene by-passata. Inoltre stanno sorgendo danni alle tubature dell’acqua”. Nemmeno la petizione di alcuni anni fa è servita. “Durante l’amministrazione del sindaco Marchesini – conclude Barbieri – depositammo una petizione ma non servì”. I residenti di Via Belmonte sono stanchi di sentirsi dei “fantasmi”.

Via Belmonte fu asfaltata alla fine degli anni ’60 ed i pini furono piantumati circa dieci anni dopo. Effettivamente, nell’estate del 2013, l’Amministrazione Comunale effettuò un importante intervento che, sommato a quello di Via Biverare, costò circa 100 mila euro. Furono recise le radici superficiali e realizzate “trincee” alla distanza di 2 metri dalle piante, con scavi dai 50 agli 80 centimentri; all’interno delle “trincee” furono poste verticalmente delle barriere costituite da sezioni di geogriglia avvolte con uno strato di film estruso in politilene. Poi fu rimosso lo strato d’asfalto coinvolto dagli avvallamenti, la via fu riasfaltata ma le radici ricrebbero e ricomparvero gli smottamenti. Per limitare ulteriormente la velocità dei mezzi furono posizionati attraversamenti rialzati di rallentamento. Ma, sei anni dopo, la situazione è analoga, addirittura peggiore per i residenti perchè le radici si sono ingrossate ed hanno creato dei dossi sui quali l’asfalto è addirittura crepato. “Indubbiamente il problema di manutenzione c’è – concorda il sindaco Gianni Padovani – anche se abbiamo effettuato potature periodiche ma prima dell’approvazione del bilancio comunale (entro il 31 marzo, ndr) non possiamo intervenire, dato che sarebbe necessario un operazione economicamente cospicua, semmai solo progettare una soluzione. Il limite di velocità è di 50 km/h, come in altre strade, ed esistono vie alternative. E’ un viale monumentale e credo che la Soprintendenza sia contraria all’abbattimento degli alberi. Personalmente io sono favorevole alla conservazione delle piante e cercherei una soluzione alternativa in accordo coi tecnici”.

Lorenzo Gatti


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