In villa con un “Masterchef”

Intervista a Stefano Callegaro - 22 January 2022

ARIANO FERRARESE – Considera il proprio maestro di “cuisine” un certo Carlo Cracco ed ha per mentori altri due “stellati”: Matias Perdomo, chef del bistellato “Contraste” a Milano, e Renè Redzepi, genio culinario del tristellato “Noma” di Copenaghen. “Mica pizza e fichi” per restare in ambito gastronomico.
Stefano Callegaro, lo chef adriese che ha tenuto a battesimo la riapertura di Villa Ottagonale nello scorso luglio ad Ariano Ferrarese e nella quale continuerà a preparare i suoi piatti, ha sintetizzato gli insegnamenti dei tre “masterchef” ed è diventato a sua volta il “masterchef” televisivo vincendo la 4a edizione del cooking-show nel 2015.
Un po’ gitano e molto eclettico, Stefano è nato ad Adria 49 anni fa, dove è cresciuto fino ai 20 anni poi ha girato tra Roma, Parigi, Dolo e Bologna, dove è stato per 16 anni, ed ora da 6 lavora a Milano.
Ma come nasce il feeling col Delta? “Sono amico di Ersilia e Francesca, proprietarie del ristorante “da Checo” al Lido di Volano, che negli scorsi anni mi hanno messo in contatto con la Pro Loco di Mesola e con Dario (Dario Zucconelli, ex vicesindaco ed assessore al Turismo di Mesola, ndr). Con loro ho realizzato due eventi alla Torre della Finanza a Volano, uno in castello a Mesola e due a Villa Ottagonale ad Ariano Ferrarese”.
E lo chef veneto ha realizzato appunto il rinfresco, lo scorso 3 luglio, per lo svelamento del “gioiello” architettonico arianese, ritornato a splendere dopo un lungo e profondo restyling e, sempre nel cosiddetto “castelletto”, ha dato vita, insieme ad un’altra Masterchef, Beatrice De Tullio, il 10 ottobre alla serata “Tartufo in villa”. “Il giorno della riapertura della villa – continua lo chef – è stata molto piacevole e mi ha fatto molto piacere che sia tornata a rivivere; è un edificio estremamente particolare dotato di molto fascino e con sale grandi; mi sono trovato bene a cucinare, gli spazi ci sono e sono stati allestiti strutture e servizi fruibili in loco”.
Ed infatti le iniziative all’ex Casino Idraulico, come era originariamente chiamato, continueranno nel nuovo anno ma devono ancora essere definite nei dettagli. “Abbiamo pensato – prosegue Callegaro – ad una serata dedicata all’anguilla declinandola in quattro piatti”.
Ma Stefano non nasce chef. “Ho studiato marketing e lavorato in una multinazionale a Milano come marketing manager – racconta – poi ho fatto l’immobiliarista a Bologna e solo dal 2015 mi sono dedicato alla cucina in modo professionale. Ho girato tante cucine: Copenaghen, Londra ed in Francia; sono stato anche da Bottura (il tristellato chef dell’Osteria Francescana di Modena, ndr). Ho trasformato una passione in un lavoro; la cucina mi permette di esprimere la mia creatività”.
E l’esperienza di “Masterchef”? “Non assurgi a chef perchè lo hai vinto; ci sono anche talento, amore e passione, la strada va costruita”. Quella che lui sta percorrendo dopo essere stato al fianco di artisti dell’arte culinaria. “Carlo (Cracco, ndr) è stato il mio faro. Il maestro che mi ha dato la mentalità, l’approccio e la visione; Matias (Perdomo, ndr) e Renè (Redzepi, ndr) mi hanno insegnato la tecnica”.

Lorenzo Gatti


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