La libertà secondo De Santis

Settimo libro per l'ex docente e scrittore - 14 January 2024

MESOLA – Negli scorsi giorni, presso la Sala Civica del Palazzo della Cultura di Mesola, è stata presentata la biografia romanzata di Giuseppe De Santis “Nel sogno della libertà. Vita randagia di Amilcare Cipriani” (Abao Aqu edizioni). Ha dialogato con l’autore la Prof.ssa Anna Quarzi, Presidente dell’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara ed ha introdotto la serata Lara Fabbri, Assessore alla Cultura del Comune di Mesola.

Allora Prof. De Santis, da come vedo, non ha nessuna intenzione di andare in pensione. Se non erro siamo al settimo libro.

“E spero ce ne siano altri! Dal primo settembre, per raggiunti limiti d’età, è vero, sono a riposo ma, per fortuna, la vita continua. Mi mancherà sicuramente l’approccio quotidiano con gli studenti, la loro attenzione, le loro stramberie, tuttavia avrò più tempo per coltivare le mie passioni, letteratura compresa”.

Mi dica come è nato questa biografia, o direi piuttosto romanzo, su questa figura di spicco del nostro Risorgimento, Amilcare Cipriani, e protagonista della Comune di Parigi con i gradi di colonello.

“Come tutte le storie è nato per caso. Ero lì a scartabellare tra i libri in una bancarella a Milano, direi un quarto di secolo fa, quando incappai in una stampa anastatica di un libro, “Amilcare Cipriani. Memorie” edito dalla Società editoriale italiana di Milano nel 1912, a firma di Luigi Campolonghi. Lo comprai, lo lessi di getto e, preso da questo personaggio sconosciuto ai più “due

volte eroe e due volte disertore”, ho deciso di trarne una storia romanzata. Cipriani in Francia è considerato un eroe e potrebbe definirsi alla pari di Garibaldi, un visionario romantico e combattente di razza contro ogni ingiustizia”.

E come mai non è così conosciuto in Italia?

I nostri eroi interessano solo quando possono essere usati in qualche modo politicamente. Amilcare Cipriani era un libertario, scomodo. Combatté con Garibaldi per liberare il Mezzogiorno dai Borboni, ebbe rapporti con Mazzini in esilio a Londra, conobbe Marx ed Engels e fu protagonista di tante battaglie per l’indipendenza dei popoli. Per le sue idee pagò un caro prezzo con più di vent’anni di carcere in Nuova Caledonia e a Portolongone, per poi essere liberato a furore di popolo. Fu eletto in Parlamento varie volte, rifiutando il seggio per non giurare fedeltà al re e allo Stato. Emile Zola lo intervistò per raccontare la sua epopea. Carducci, Luise Michel ed altri politici e intellettuali del tempo intervennero per la sua liberazione. Insomma una figura che merita davvero di essere ricordata e soprattutto che, per onestà, coraggio e rigore, manca ai nostri tempi”.

Lorenzo Gatti


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