In una recente intervista alla Nuova Ferrara(30/12/12) la senatrice copparese Maria Teresa Bertuzzi (PD), già membro della Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare di Palazzo Madama, ha parlato della PAC (Politica Agricola Comune, ndr) affermando che “non può passare una PAC europea che distribuisca risorse in base ai metri quadrati, bisogna sostenere la qualità”. Questo è un tema molto dibattuto in seno alla Comunità Europea. Ma cosa ne pensa chi vi lavora all’interno e come è visto il nostro Paese sotto questo punto di vista? Lo abbiamo chiesto a Beatrice Biolcati Rinaldi, originaria di Bosco Mesola, laureata in lingue presso l’ateneo estense, a Bruxelles dal 2007 e attualmente impiegata presso il servizio giuridico della Direzione Generale per l’Agricoltura alla Commissione europea.
Beatrice ha collaborato con diverse societa’ di consulenza e di categoria specializzate in agricoltura e sviluppo sostenibile sviluppando il suo profilo con corsi di formazione in studi europei.
Dopo l’impiego al COPA-COGECA di Bruxelles (Comitato delle organizzazioni professionali agricole e delle cooperative agricole dell’Unione europea) presso l’ufficio stampa, ha iniziato nel 2009 a lavorare alla Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione Europea e, nello scorso anno, a Malta presso EASO (Ufficio Europeo per il Sostegno all’Asilo Politico). Dall’inizio dell’anno è ritornata in Belgio alla Direzione Generale per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale.
“La nuova PAC – spiega Beatrice – entrerà in vigore nel 2014. La Commissione europea sta negoziando i nuovi regolamenti con il Consiglio e con il Parlamento che mirano a favorire la competitività del settore agricolo europeo richiedendo tuttavia una modernizzazione ed elevati standard di qualità”.
In che direzione stanno andando gli aiuti comunitari all’agricoltura?
“La spesa per l’agricoltura rappresenta circa il 40% del bilancio annuo dell’UE. Le politiche europee mirano a fornire prodotti alimentari sicuri e a contribuire alla protezione dell’ambiente e alle energie rinnovabili. Per il periodo di riferimento 2014-2020 è prevista una nuova distribuzione dei contributi e dei pagamenti diretti tra i nuovi e vecchi stati membri, una semplificazione dei controlli, iniziative a favore dei giovani agricoltori, promozione e conservazione del paesaggio e misure in grado di limitare la volatilita’ dei prezzi e garantire la competitività del settore agricolo europeo a livello globale”.
Cosa prevede per la riforma della PAC?
“Vorrei evidenziare una novità proposta nella riforma, il cosiddetto greening, l’insieme delle regole ambientali che prevedono l’obbligo di diversificazione delle colture sul 30% delle superfici ambientali e la destinazione del 7% dei terreni a opere con valenza paesaggistica come siepi o muretti a secco, nel quadro della mitigazione dei cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni”.
Quali prospettive quindi per l’agricoltura Made in Italy?
“L’agricoltura italiana, nonostante la crisi, ha saputo conquistare non solo primati internazionali, puntando sulla qualità e sul legame con il territorio, ma è anche stato l’unico settore che nel 2012 ha dimostrato un incremento del fatturato. Il marchio Made in Italy mantiene quindi un ruolo strategico per valorizzare la filiera agricola”.
Come è vista l’agricoltura italiana a Bruxelles?
“Siamo un Paese molto apprezzato soprattutto per quanto riguarda le produzioni alimentari grazie all’elevata qualità dei nostri prodotti regionali, non dimentichiamoci che ad oggi l’Italia vanta piu’ di 200 specialita’ registrate con la DOP e l’IGP confermandoci al primo posto in Europa”.
Insomma, pur in un momento complicato, il sole sull’agricoltura italiana continua a splendere.
Lorenzo Gatti
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