BOSCO – “Non ne posso più di questo lavoro ma lo amo”. Con la sua nota ironia e la sua tipica concisione Loris Roma, il conosciuto orefice di Bosco Mesola, sintetizza sessanta anni di lavoro seduto sulla sua sedia, nella sua piccola postazione di riparazione di orologi e sveglie, dentro l’oreficeria Roma che entro il 31 dicembre chiuderà i battenti. Il 79enne Loris, che gestisce il negozio insieme alla figlia Barbara che lo affianca da 34 anni aiutandolo nelle vendite, ci è nato tra le lancette e ha fatto della sua passione un mestiere. Praticamente un predestinato perchè portava a scuola la sveglia e la faceva suonare provocando l’inevitabile sgridata delle maestre.
Poi, finito il militare, ha cominciato a riparare gli orologi “a bottega” in un’altra celebre oreficeria del paese, l’oreficeria Barboni. Autodidatta da sempre, Loris aveva imparato dal bisnonno e dal padre che erano appassionati di orologi a loro volta e poi si è fatto “sul campo”. In seguito si è messo in proprio, ha aperto un’attività in un altro punto del paese e dagli anni ’80 si è trasferito nell’attuale esercizio di Piazza Vittorio Veneto.
Per anni ha cominciato le sue giornate di lavoro alle 6,30 e l’inevitabile usura della vista in un lavoro basato sulla fissazione di meccanismi così piccoli lo ha costretto a lavorare con due monocoli. Ma lui sta proseguendo. Una grandissima professionalità la sua.
Cosa farà dal prossimo anno? “Mi dedicherò totalmente alla pesca sportiva – racconta Loris – la mia grande passione”.
Uomo di poche parole, tocca a Barbara salutare con un po’ di dispiacere i clienti. “Ringraziamo i nostri clienti – dice al figlia – vecchi e nuovi che sono diventati anche degli amici. Ci dispiace lasciarli”. Ma è giunto il momento di chiudere l’attività ed, entro il 31 dicembre, chi entrerà vedrà “il maestro delle lancette” nella sua storica postazione a scrutare questi piccolissimi meccanismi.
Lorenzo Gatti